Percorso di San Marino verso una maggiore integrazione con l’Europa

Le strategie di politica economica dei piccoli stati europei sono da sempre state modulate sulla base della consapevolezza che limitate risorse interne richiedono adeguati sbocchi all’economia domestica. L’attrazione di investitori, capitali e di consumatori da una parte, l’allargamento del mercato di riferimento delle imprese domestiche dall’altra, rappresentano i punti nevralgici alla base dello sviluppo economico per paesi come San Marino. I limiti fisiologici “strutturali” dei piccoli Stati rendono queste realtà sensibili ad un bisogno di internazionalizzazione, tuttavia, il soddisfacimento di tale bisogno, fa i conti con la necessità di garantire il mantenimento della sovranità, delle identità e delle peculiarità che sono alla base della loro stessa esistenza. In altri termini, proprio questo particolare trade-off fra necessità di aprirsi e nel contempo esigenza di conservarsi ha indotto Stati come San Marino, Monaco, Andorra e Liechtenstein seppure a pieno diritto “Stati Europei”, per ragioni più forti del mero posizionamento geografico, a non privilegiare in passato un percorso comune a quello delle nazioni che hanno dato vita all’Unione Europea, senza comunque rinunciare a relazioni stabili ed efficaci che permettessero il raggiungimento di intese volte a superare quelle che sarebbero diventate inevitabilmente barriere fisiche all’interscambio commerciale con i paesi dell’Unione.

In un contesto economico internazionale sempre più globalizzato e turbolento, i piccoli stati europei si trovano oggi ad affrontare sfide più complesse: tale circostanza ha fatto emergere la necessità di un nuovo piano di relazioni con l’UE volto al superamento di quello status di “paese terzo” che oggi più che mai rappresenta un limite allo sviluppo. Per queste ragioni San Marino, Andorra e Monaco con tempistiche e presupposti di partenza diversi, hanno avviato percorsi indipendenti tesi a superare tale condizione e raggiungere il risultato di un accordo con l’Unione che potesse garantire maggiore integrazione nel mercato unico.

L’Unione Europea ha valutato positivamente tali manifestazioni di interesse e dopo un periodo di valutazione e confronto è giunta ad una conclusione che permette di coniugare le esigenze dei tre stati: “Il Consiglio ribadisce che una più stretta associazione di Andorra, Monaco e San Marino con l'UE è anche nell'interesse dell'UE stessa. Essa dovrebbe contribuire a colmare le lacune e a risolvere le incongruenze nelle relazioni che sono attualmente frammentate e divergono da un paese all'altro. Inoltre, la partecipazione rafforzata dei tre paesi al mercato interno potrebbe avere un impatto economico positivo, benché limitato, sull'UE, in particolare per quanto riguarda l'occupazione nelle regioni vicine e le attività economiche transfrontaliere.” (dal testo delle Conclusioni del Consiglio sulle relazioni dell'UE con il Principato di Andorra, la Repubblica di San Marino e il Principato di Monaco del 16 dicembre 2013).

Le Conclusioni del Consiglio rappresentano un importante punto di svolta sul piano delle relazioni fra San Marino e UE in quanto consolidano la volontà politica di avviare un negoziato per la stipula di un accordo di associazione che permetterà a San Marino una maggiore integrazione al mercato unico europeo.